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Immagine del redattoreluca scainelli

Alla ricerca di un buon ristorante a Rimini

L’ambiente mi trasmette benessere, il tavolino a me riservato è a ridosso del viale appena rimesso a nuovo


Sono a Rimini nei giorni di Ferragosto e decido di andare a mangiare senza l’utilizzo dell’auto, visto il calore che sale dall’ asfalto infuocato come lava, che perfino i cavalletti delle moto  ci entrano come fosse burro.

Passeggiando lungo la strada appena sopra la spiaggia, scruto i locali che via via mi si aprono davanti agli occhi e ne scelgo uno che mi attira per l’originalità dell’arredamento.

C’è anche un trio, voce femminile chitarra e tamburi, in bella vista.


L’ambiente mi trasmette benessere, il tavolino a me riservato è a ridosso del viale appena rimesso a nuovo; mi siedo e la gentil cameriera mi apparecchia e mi porta la lista delle pietanze disponibili scritte sulla tovaglietta che poi utilizzerò come sottopiatto.

Leggo:Pancake salmone e Philadelphia, Quiche Lorraine con spinacino, Maialino alle prugne e misticanza, Bouillabaisse di pesce, Salmone cotto a bassa temperatura, Petto di pollo intero, Salsicce e patate, Coda di rospo, (che sarebbe la parte finale della Rana Pescatrice), Fondue di Carne, Rane alla Provenzale, Escargots à la Bourguignonne, Tartine de foie gras de Gigliola.

Sono indeciso fra il maialino, la coda di rospo o le rane alla Provenzale che non ho mai assaggiato in vita mia.

Penso subito che non siamo in tempo di rane perché si raccolgono solo nei mesi con la “R” e l’allevamento in Italia è proibito. Se ne possono raccogliere fino a 5 kg al giorno per uso alimentare.

Saranno surgelate e mentre chiedo maggiori informazioni alla cameriera, ella mi sfugge rimandando la domanda al grande capo di cui risposta non ebbi mai.

Decido con un po’ di titubanza di provarle.

Dolciastre, mi ricordano il pollo senza averne il sapore,  sarà per la consistenza della carne che staccandosi dagli ossicini si scioglie in bocca. Tutto sommato il sapore è gradevole, capisco che non è per tutti i palati ma  la barriera all’assaggio è soprattutto psicologica. Cucinate alla Provenzale sono il più naturale possibile anche se dicono che fritte sarebbe il massimo.


Le mie prime rane avvistate sono quelle che trovavo sui pascoli verso l’alpeggio sopra casa mia, nei laghetti alpini. Ce ne sono molti, uno dei quali a forma di cuore, suggestivo, che incontravo, quando da giovane salivo verso le vette immacolate delle Prealpi Orobiche dove l’aria è rarefatta e ti sembra di toccare il cielo fra le nuvole che quando ci vai dentro sono fresche e umide e  ti senti perso per sempre.


Poi un colpo di vento le soffia via spalancandomi la meraviglia del sole che tutto schiarisce.




©2020 Luca Scainelli

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