Il turismo "mordi e fuggi" non ha soldi da spendere. Ecco quello che è successo a Città Alta di Bergamo. Quando ci vado vedo gente accampata che consuma pizza e panini, cotti in maniera approssimativa dal sapore inesistente. Oggi solo cosi si possono tenere in piedi le attività di ristorazione nei posti turistici, la gente non ci viene per mangiare ma per visitare, mangiare è atto di sopravvivenza.
Per i ristoranti l'impresa è sempre più ardua: affitti fuori mercato, personale introvabile e scarsa propensione al cliente fanno il resto, senza parlare delle materie prime che si utilizzano, spesso, già lavorate e pronte con la conseguenza di proporre qualità mediocre. Non ci si deve stupire se Taverna del Colleoni e Boedo del Papu si mettono in pausa. Molte volte è la moda a decretare il successo di un locale al di là di quello che è il reale valore della proposta enogastronomica, se la gente comincia, con il passaparola, a raccontare che in un tal posto si mangia bene o male, la frittata è fatta. Il più delle volte chi ti raccomanda un posto dove andare a mangiare non ci è mai stato, oppure è dall'età paleolitica che non ci va, allora di cosa stiamo parlando!.
I conti della serva per il Colleoni, tanto per fare un esempio.
L'affitto è di €140.000 all'anno, sono ottimista con i costi del personale - facciamo 4 persone che costano €2000 al mese quindi €8000 che diventano €96.000 anno non vuoi spendere 7/8 mila euro anno per le bollette, e mi fermo qui perché le spese occulte sono nelle pieghe.
Riepilogando: La Taverna del Colleoni ha costi fissi per €243000 anno che fanno al mese, mal contati €20000. Questo vuole dire che per andare a pari deve (quadagnare) che non è (incassare) €675 al giorno per andare a pari, se consideriamo trenta giorni di apertura essendo una località turistica. Con tutta sta gente che consuma panini e pizza può essere sostenibile una tale impresa?, inoltre, non è l'unico ristorante disponibile, c'è anche la concorrenza.
©2023 Luca Scainelli