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Immagine del redattoreluca scainelli

Fino a lassù, per arrivare al semaforo del "I Malardot" a Scorticata, oggi Poggio Torriana.

Le colline intorno a Rimini nascondono bellezza.

L'entroterra riminese stupisce gli occhi del viandante e del curioso errante che, per muoversi predilige l'automobile.

Percorro colline fra crinali e declivi che si perdono a vista d'occhio, rivelando la bellezza di un territorio che per scoprire, bisogna lasciarsi alle spalle le spiagge sabbiose e infuocate della riviera.

Lungo la strada che sale tortuosa si può sentire nell'aria il profumo del bosco e delle piante che ci crescono rigogliose, mi viene voglia di abbracciarle per rubare l'energia che le rende vive.

All'orizzonte vedo il pezzo di montagna fatto a cuneo inclinato sul quale è stato costruito San Marino, sullo sfondo una luna che sembra di poter toccare, le sfumature delle nuvole, dal colore di un pompelmo spremuto, cristallizzano un panorama unico.

L'erba, investita da un vento che soffia leggero portando la salsedine dal mare.

Scavalcando colline con pendenze da vertigine che mi chiedo: "se buco una gomma come la cambio?" Arrivo fuori dal locale "I Malardot" e all'ingresso il semaforo che segnala il verde mi indica che si può entrare.


Varcato la soglia gli occhi girano a 360 gradi in un vortice di immagini che mi sembra di essere in uno di quei negozi, ormai rari, pieni di oggetti introvabili.

La signora mi saluta come se fossimo stati all'asilo insieme; è magra e dritta, senza curve, emana energia che trasmette nei movimenti e nella voce.

Qui non si guarda molto all'estetica ma la sostanza dei piatti, anche gli amanti dell'abbondanza qui trovano casa.

Piatti semplici e gustosi, dentro ci trovo la passione per la cucina e il rispetto della materia prima. Squacquerone, porchetta fanno da preludio ai tagliolini con fiori di zucca, strozzapreti al ragù e ravioli ripieni di carciofi con salsa al formaggio di fossa.

Se si vogliono assaggiare i secondi vi parlerei del castrato alla brace e lo scortichino mentre per i fortunati che la trovano la trippa, le erbette da queste parti sono d'obbligo: le fanno saltare con burro e aglio, ne mangerei a gerle dimenticando che la vita è una nuvola di fumo che si consuma subito.


©2022 Luca Scainelli

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