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Immagine del redattoreluca scainelli

La cantina subacquea di Bacci in Maremma nell'Argentario

Ragionamenti intorno a una bottiglia che invece di stare in cantina è stata in fondo al mare di Maremma.

Qui non trovate il semplice "comunicato stampa" tipo ANSA ma il racconto di quello che ho vissuto quel giorno, dopo aver percorso cinquecento chilometri all'andata e altrettanti per il ritorno.

PARTENZA

Ore 12 di un mercoledì di fine Giugno.

Parto dalle sponde bergamasche del lago d'Iseo, dove abito, direzione Grosseto.

Quando mancano 229 km imbocco la variante di Valico fra viadotti, il chiaroscuro delle lunghe gallerie, qualche sovrappasso e vegetazione rigogliosa, esco Firenze Impruneta direzione Siena, percorrendo la tangenziale a due corsie per ogni senso di marcia che finisce fra colline verdi, giallo e dalle sfumature marroni.

Distese di prati che si perdono nei boschi.

La strada sembra non finire mai ma arrivo all'hotel che mi hanno riservato perfettamente in orario: mi faccio una doccia veloce e mi precipito all'ingresso dove mi aspetta Thomas che con i suoi collaboratori ha il compito di portarci alla Tenuta Terre di Talamo a pochi minuti di distanza.

ARRIVO

Il posto farebbe emozionare anche un arido di cuore.

L'uomo che aspira all'eternità è sempre in movimento e ama il Simposio.

Quando arrivo alla tenuta Terre di Talamo, su una Jeep vecchio stile, capisco subito che Marco Bacci è uno che si gode la vita -- abbronzato e un po' in tensione -- ne assapora i frutti, tanto che quando esce in barca con gli amici per paura di morire di sete stipa qualche centinaia di bottiglie -- non si sa mai -- è una specie di visionario che da appassionato di barche e di mare si fa venire l'idea, non nuova ma certamente impegnativa, di portare bottiglie di vino in fondo al mare.

Sono in provincia di Grosseto, la tenuta si affaccia sulla Maremma, all'orizzonte il mare di Talamona incanta l'Argentario, la tavolata degli ospiti è apparecchiata sotto il portico mentre altri tavoli, rotondi, quelli che uniscono, sono distribuiti sul giardino che offre una vista da lasciare senza fiato.

Il sole si sta abbassando lasciandomi lo spazio per riprendere fiato e scattare qualche fotografia mentre Marco raccomanda ai suoi collaboratori, di mantenere al fresco le bottiglie.


VINO

Dopo attente ricerche vengono ingabbiate e lasciate per un anno ad una profondità di 35 metri, questo perché a quella profondità la temperatura è costante intorno ai sedici gradi e la pressione arriva a 4,5 bar.

Vino rosso delle terre di Talamo: Un blend con uve Syrah, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Merlot.

Assaggio il vino che ha riposato in cantina e poi quello che è rimasto per un anno in profondità.

Il secondo è più evoluto nei profumi fruttati, anche nel colore la differenza è marcata mentre in bocca non sembra molto diverso dall'altro.

La seconda bottiglia di quelle ingabbiate mi sembra più marcata, sia nei profumi che nei sapori lasciando in bocca un gradevole ricordo di frutti naturi.

Questo è il primo esperimento per un vino fermo e di certo Marco non si fermerà.


©2022 Luca Scainelli


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