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Immagine del redattoreluca scainelli

La Prosciutteria di Edy e Giuly a Rovetta, sapori con gusto.

Lo spazio è quello del buon umore, che stimola la conversazione davanti a due fette di prosciutto e un calice di buon vino.

"Gran Maestro della Confraternita dei prosciutti", e non solo, Edy in quella piazza che fece grande "il Baffo" a Rovetta.

Erano tempi fumosi dove, sembra incredibile, nei locali si consumava tabacco, e chi non fumava - come il sottoscritto - era additato come "strano" anomalo, fuori tempo, quasi malato.

Arrivo da Edy e "santa" moglie.

Fin dalla prima volta che scesi i gradini, subito dopo la porta d'ingresso che portano dentro "la Prosciutteria" ho captato "l'amore del fare" e la "gentilezza del sapere".

Nella vita è stato un barista d'avanguardia, inventando il Bar People nella piazza dei volatili a Clusone, nei tempi in cui la cittadina era viva e piena di vitalità grazie a poca burocrazia, male dei giorni nostri che soffoca la creatività di molti. Erano gli anni ottanta, luminosi e pieni di voglia di fare dove la gente credeva che i sogni si possono realizzare.

Nel suo bar era un vulcano di idee, che lanciava ai clienti ben lieti di ricevere tanta grazia.

Diventa poi antiquario, soprattutto per i tanti milanesi che salivano in alta Valle Seriana; esercitando sempre in pianta stabile nella cittadina Clusonese.

Nel periodo in cui le banche agevolavano le colature di cemento - anche in posti improbabili e dove era meglio lasciarci un prato - il Belotti diventa impresario mettendosi a costruire case. Progetta - costruisce - vende.

I tempi cambiano, imprevedibili come il vento, veloci come una saetta.

Chiusa la parentesi immobiliare, doppia piroetta; Edy, dall'indole camaleontica ritorna all'origine, diventando "Gran Maestro della Confraternita dei prosciutti", apre la Prosciutteria a Rovetta dove oggi serve prosciutti con la tirosina, lardo Ibérico, - apprezzato in Spagna e Portogallo, lardo di Arnad di quella Valle che lo protegge attraverso la Denominazione di origine protetta e poi il Lardo di Colonnata, bianco, colore del marmo in cui matura e che fece grande Michelangelo nel 1500 attraverso il David, esempio di lotta e di coraggio che da tutto il mondo giungono per ammirare.

Salumi selezionati, - mi viene in mente il prosciutto di San Daniele - dolce al palato, cosi come deve essere sempre il prosciutto crudo ben stagionato e preparato con rigore, e poi lo stinco, la polenta con il formaggio, i pizzoccheri e i formaggi saporiti, quelli stagionati che portano con se il profumo e i sentori dell'erba e fiori di montagna con quel pizzico che stimola la salivazione.

Il vino che arriva al tavolo è selezionato grazie all'amico Lazzari che da anni ne fa un vanto.

I tavoli massicci in legno, le sedie impagliate; in bella vista: vasi trasparenti pieni di giardiniera, quella di Morgan che la produce a Vicenza, di bottiglie dal colore vinoso ben distribuite e pronte per essere stappate, un po' di pietre e ferro a creare l'atmosfera che invoglia al convivio.


©2022 Luca Scainelli

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