Non capisco perché molte persone che incontro si preoccupano di consigliare un luogo del buon cibo che devo assolutamente visitare.
Costoro è evidente che non hanno letto il primo numero del mio giornale cartaceo - si trova anche in rete - dove, per farla breve faccio un riassunto di quello che ho assaggiato durante venticinque/ trenta anni di attività eno-gastronomica.
4998 vini, 2711 ristoranti, 352 formaggi, 375 salumi, 1968 articoli scritti, 500 hotels in cui ho dormito.
Non ci vuole un genio per capire che se uno ha dedicato tanto tempo a questa attività, stupido che possa essere, ha accumulato un sacco di esperienza, assaggi di ogni genere alimentare, conosciuto produttori, luoghi, valutato prezzi ecc...
errante del gusto
Non dovrebbero essere incuriositi dallo scoprire le molte cose buone che ho assaggiato, fra l'altro, visto la moltitudine di prodotti conosco anche quelli che hanno una qualità prezzo equilibrati....no! visto che hanno scoperta il loro primo luogo, secondo loro, del buon cibo pensano di aver scoperto l'America. Mi sento come uno che con i pantaloncini corti, distribuisce cubetti di ghiaccio in Patagonia.
Ancora una volta è il Mondo al contrario, io che sono un pozzo di informazioni enogastronomiche e che potrei essere utile a molta gente, anche del mestiere, devo sentirmi raccomandare un posto, oppure un prodotto. "Capperi" per usare un eufemismo, quanta prosopopea autoincensante vedo, sono circondato da tuttologi onniscienti. Per "scoprire" bisogna essere mossi dall'umiltà condita da molta curiosità.
Ci vuole tanto tempo, passione, abnegazione per scoprire quelle che tutti chiamano "eccellenze", per trovarle bisogna inevitabilmente passare da esperienze poco costruttive e da prodotti mediocri o addirittura scarsi.
Quando mi incontrerete chiedetemi: " con cosa si abbina un formaggio erborinato?", vi risponderò, forse.... non ditemi poi che avete già provato un 'altro abbinamento perché a quel punto vi chiederò purché mi avete fatto la domanda.
Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi.
(Marcel Proust)
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