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Immagine del redattoreluca scainelli

Recensione -Ristorante Da Walter 1963 a Rimini

In una sera d'estate, a Rimini, succede di sedersi a cena e alzarsi dopo due ore senza essere stati serviti. Il racconto

Vengo spesso a Rimini e questa è una di quelle volte.


Cappuccino e bombolone, sabbia finissima, ombrelloni e lettini affacciati sul mare, profumi di crema solare, corpi seminudi a ricercar calore dal sole che incendia la spiaggia dalle prime ore del mattino e si riempie di gente fino al tramonto.

Poi c'è la sera, viva, profumata, rumorosa e sanguigna.


Ore 20,15 Rimini e fa caldo

Dopo aver prenotato con qualche giorno di anticipo arriviamo al ristorante che si trova vicino al lungo mare di Rimini.

Il tavolo è apparecchiato con tovagliette di plastica accompagnate da tovagliolo in tessuto non tessuto, clienti ancora pochi e dovrebbe essere un vantaggio, l'ambiente è spartano recentemente ristrutturato e dopo poco ci arrivano i menù: fogli talmente plastificati che non si chiudono nemmeno se ti ci siedi sopra. Scopro che qui si può mangiare: pizza, carne, pesce; i locali che vogliono accontentare tutti rischiano di scontentare molti.

Per poter lavorare bene bisogna avere pochi piatti fatti bene, bottiglie di vino selezionate con attenzione e competenza, i camerieri preparati (addestrati con pazienza), l'ambiente arredato con gusto e colori riposanti.

Il cameriere ritorna per la comanda; dopo aver segnato i primi piatti sottolinea il fatto che se i piatti sono tutti diversi i tempi di attesa diventano biblici e ci invita a prendere degli assaggi, ovviamente dico no, aspetteremo invocando i santi. "Fuori menù abbiamo del pescato", ci dice - (la pesca è ferma) penso io, poi manca almeno un foglio dove mi scrivi l'elenco del "fuori menu" con i relativi prezzi ma sorvoliamo.

Ordino un litro di Trebbiano, trascurabile, e stuzzico con dell'ottima fornarina armato di santa pazienza.

Pochi minuti e i primi piatti (strozzapreti, carbonara e risotto) arrivano fumanti e abbondanti su piatti bianchi-rotondi, uno però, che doveva essere: ravioli di pesce, il ripieno è di ricotta e spinaci, li faccio cambiare mentre attendo fiducioso l'arrivo dei calamari-datterini e basilico che mi vengono serviti alle 21,10 annegati in una terrina piena di sugo e infilati con stuzzicadenti; a parte che non era il piatto che avevo ordinato, cerco di assaggiare facendomi faticosamente strada nel poco spazio fra un calamaro e l'altro (3 erano) cercando di tagliare un pezzo e a fatica, rischiando l'esondazione, riesco ad assaggiare rimanendo subito deluso per il poco sapore e per le peripezie occorse per tagliare un pezzo.

Lascio tutto ad uno dei commensali e aspetto i paccheri con astice che devono arrivare.


Ore 21,15 e deluso del piatto calamarato chiamo il cameriere e chiedo gentilmente se i paccheri fossero in preparazione e che avrei preferito una pizza, la risposta, dopo essere tornato dalla cucina: "stanno arrivando", mi adeguo e aspetto.

Stanno arrivando ho inteso entro pochi minuti. Ore 21,45 e nemmeno l'ombra di paccheri. Chiamo il cameriere e faccio preparare il conto, pago ed esco velocemente dal finestrone spalancato che da sulla strada, affamato e a dir poco incazzato.

CONCLUSIONE:

Scopro, dai commenti su internet, che anche altri hanno avuto modo di lamentare; maleducazione, piatti fatti male e attese infinite.

Dei piatti che ci hanno servito:

La carbonara aveva pezzi di guanciale enormi e gli spaghetti stavano in piedi da soli (non cotti), la fornarina/pizza buona, il risotto passabile senza entusiasmi e i ravioli, dopo essere stati cambiati, mangiabili, gli strozzapreti trascurabili mentre i calamari non avevano sapore e serviti male, il tutto con dei prezzi mediamente alti che aggravano la situazione.


©2021 Luca Scainelli

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