Vado al ristorante e scelgo una bottiglia che costa quattro volte il prezzo di acquisto ed è di qualità accettabile, mi chiedo perché i ristoratori vogliono lucrare su un prodotto non fatto da loro.
Invece mi capita, purtroppo spesso, di pagarla tre volte il prezzo di acquisto e quando porto il bicchiere al naso non riesco a percepire profumi e nemmeno sapori, mi chiedo come sia possibile tutto questo disinteresse nei confronti del cliente e mi sento preso in giro, immediatamente il mio pensiero va al “diritto di tappo”, pratica anglosassone che consiste nella possibilità di portarsi da casa la bottiglia preferita.
La lista del vino dovrebbe essere scelta con cura, al massimo dieci tipi di vino possibilmente legati al territorio.
Il vino da proporre ai clienti andrebbe assaggiato e selezionato attentamente applicando un ricarico adeguato, cosi facendo aiuterebbe la gente a capire di più il mondo del vino. Anche fornire un bug per portare via la bottiglia non finita servirebbe; mi è capitato spesso di dover coprire la bottiglia con la carta stagnola: orrore! La lista del vino dovrebbe essere scelta con cura, al massimo dieci tipi di vino possibilmente legati al territorio. Se mi trovo a Bergamo voglio trovare il miglior Valcalepio, a Brescia le migliori bollicine, a Milano un Banino collinare, cosi mi sento parte di quel territorio e ne avverto le caratteristiche che si esprimono attraverso il terreno e l’ambiente.
Spesso, nei ristoranti, anche i menù hanno troppe proposte e la qualità è mediocre. Sarebbe meglio, per quanto mi riguarda, concentrarsi su poche portate ma fatte con cura. In questa maniera il ristoratore avrebbe sempre una linea fresca senza dover ricorrere ad alchimie conservatorie ottimizzando il magazzino ed il rapporto con i fornitori che sono parte integrante del buono o cattivo risultato finale. Quando mi siedo al ristorante e mi portano una lista troppo ricca mi insospettisco subito e mi viene voglia di scappare a gambe levate, tanto più se in cucina intravedo poco personale. Dedicarsi più attentamente alla ricerca delle materie prime, questo in tempo di crisi bisognerebbe cercare di fare.
©2020 Luca Scainelli