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Immagine del redattoreluca scainelli

Terre di Pinot Nero -parte seconda-

Grazie alle peculiarità del territorio, il Pinot Nero esprime nell’Oltrepò caratteristiche uniche e di grande pregio, che rendono i suoi vini di respiro internazionale, sia nella versione Metodo Classico che in quella vinificata in rosso.

Pinot Nero vinificato in rosso Il vitigno Pinot Nero vinificato in rosso origina vini dal colore rosso rubino con riflessi brillanti, poco tannici e di spiccata acidità, caratterizzati da sfumature fruttate (ribes, mora, lampone, ciliegia, fragola) e floreali, e note più fini e complesse con l’invecchiamento (cuoio, sottobosco, tabacco, spezie).

Pinot Nero Metodo Classico Dal colore giallo paglierino, con un perlage di ottima finezza, il Pinot Nero Metodo Classico presenta un profilo olfattivo fragrante, ampio e persistente, con aromi che variano dai floreali ai fruttati (come piccoli frutti rossi). Al palato risulta sapido, di buon corpo, fresco e armonico.

Nel primo articolo ho messo in evidenza gli aspetti che mi avevano infastidito, riportando la mia esperienza, oggi racconto il lato bello del vivere bevendo, circondato dalla natura, in particolare dai vigneti in terra di Pinot, nell' antica Tenuta Pagazzera di Casteggio, costruita tra il 1703 e il 1718 dall'Almo Collegio Borromeo di Pavia, comprende un magnifico parco con alberi secolari e una cappella che all’origine svolgeva la funzione di piccola chiesa aperta ai coloni della varie cascine.

Qui, le coppie si promettono amore eterno, consumando cerimonie leccorniose, in tempi pieni di speranza in un futuro incerto.

Quando arrivo capisco subito di non essere in un posto qualsiasi e, a vedere dalle poche persone ancora presenti, deduco di essere fra i primi.

Sotto il porticato i banchi delle varie cantine sono distribuite in modo ordinato.


Approfitto per assaggiare le prime bottiglie: Note d'agosto, l'extra brut di Alessio Brandolini seguito dal mio preferito, Pas Dosè, (privo di zuccheri aggiunti).


Pietro Torti che nel bicchiere mi versa un Cruasè - cru, rosé - che incuriosisce per i profumi e il colore, mi fa pensare che qui in Oltrepò Pavese nel 1700 c'era un vitigno al quale si è ispirato il Consorzio di Tutela vini Oltrepò Pavese nel creare questo vino che deve stare sui lieviti almeno 24 mesi. Anche il millesimato dell'azienda agricola Quaquarini, di Canneto Pavese, sempre Cruasè mi soddisfa.

Mentre aspetto le Masterclass, continuo, in ordine sparso, gli assaggi, e arrivo da Ballabio che mi incuriosisce per il nome di una bottiglia: si chiama Farfalla, dall'appezzamento del vitigno che ha la forma dell' lepidottero, Pinot Nero in purezza che fa almeno 40 mesi sui lieviti: equilibrato dall'acidità spiccata. Ne assaggio circa cento e il mio preferito è Oblio di Bertè & Cordini: Pinot Nero Metodo Classico Dosaggio Zero del 2011, impetuoso e persistente. L'organizzazione di questo evento è un momento importante per il Consorzio, che crede fermamente in un territorio ricco di vini tutti da scoprire dal potenziale enorme; potrei sembrare di parte perché il Pinot Nero di questi territori è fra i miei preferiti ma sono certo che i prossimi anni potranno rendere merito al duro lavoro che si sta facendo per allargare il pubblico degli appassionati di questo vitigno.

Le cantine partecipanti sono state: Alessio Brandolini, Azienda Agricola Bio Quaquarini Francesco, Azienda Agricola Cà del Gè, Azienda Agricola Torti L’Eleganza del Vino, Azienda Agricola Pietro Torti, Azienda Riccagioia, Ballabio, Berté & Cordini, Bosco Longhino, Bruno Verdi, Cà di Frara, Calatroni Vini, Cantina Scuropasso, Cantine Cavallotti, Castello di Cigognola, Conte Vistarino, Cordero San Giorgio, Finigeto, Frecciarossa, Giorgi, Giulio Fiamberti, La Genisia, La Piotta, La Travaglina Azienda Agricola, Le Fiole, Manuelina, Marchese Adorno, Monsupello, Montelio, Oltrenero, Prime Alture Winery & Resort, Rossetti & Scrivani, Tenuta Mazzolino, Tenuta Travaglino.


©2022 Luca Scainelli




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